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Perché fare educazione emozionale a scuola e pure a casa

Perché fare educazione emozionale a scuola e pure a casa

Nel 1993, non proprio ieri, l’OMS (organizzazione mondiale per la sanità) si era accorta che le campagne di informazione a poco valevano per cercare di alleviare il disagio giovanile. Un disagio certificato da un sempre maggiore consumo di alcol , droghe e psicofarmaci che ha spinto la massima autorità internazionale che si occupa di salute a ipotizzare interventi alternativi. Fu in quell’anno che venne allora pubblicato un documento molto interessante denominato “Skills for life” che racchiude quelle 10 competenze che bambini e adolescenti dovrebbero acquisire per prevenire derive poco auspicabili. Sei di queste sono competenze relazionali ed emozionali e l’organismo internazionale consiglio’ caldamente agli stati nazionali di predisporre strumenti e attuare procedure che permettessero ai bambini a scuola di lavorare su queste competenze. A distanza di 27 anni possiamo dire che questi consigli non sono stati recepiti e ad eccezione di pochissime nazioni come l’Argentina o il Bhutan non è stato fatto nulla di rilevante in materia.

Eppure i motivi per cominciare ad introdurre l’educazione emozionale a scuola sono molti altri oltre all’analisi dell’OMS. Li descrive molto bene Mario Polito nel libro “Educare il cuore “:

  • la nostra vita è intrecciata di emozioni
  • la dimensione emotiva è una parte integrante della formazione umana, concentrarsi solo sull’aspetto cognitivo è una scelta molto riduttiva
  • la dimensione emotiva riguarda tutto il percorso scolastico. Le emozioni sono importanti per tutta la vita perchè danno orientamento, gusto, forza vitale alle proprie azioni e ai propri progetti.
  • Viviamo spesso situaioni di tensione emotiva, come il sovraccarico dei compiti da svolere, gli imprevisti, le brutte notizie, le incomprensioni, le violenze, i disastri naturali, le malattie, i lutti . Come le affrontiamo ?
  • Viviamo spesso dei conflitti sia con gli altri che dentro di noi e ci sentiamo scontenti, insoddisfatti e smarriti. Spesso possediamo titoli scolastici o accademici e siamo contemporaneamente molto ignoranti verso le nostre emozioni che non sappiamo comprendere, contenere, gestire
  • Anche il lavoro implica un coinvolgimento emotivo molto elevato. La maggiorparte dei nostri problemi in questo ambito  deriva dalle difficoltà di andare d’accordo con gli altri.
  • Viviamo continuamente in situazioni di gruppo e nascono spesse numerose incomprensioni perchè non sappiamo armonizzare i valori contrastanti, i bisogni diseguali e i tempi differenti
  • i mezzi di comunicazione di massa ci sommergono di notizie sovraccaricatate emotivamente, che dobbiamo contenere, filtrre, pesare per non essere sopraffatti o condizionati
  • sul piano della salute mentale abbiamo bisogno di stabilire un buon rapportocon le nostre emozioni, perchè ci puo’ soccorrere nell’evitare lle malattie emotive come la depressione, la nevrosi, l’ansia e il panico
  • spesso le difficoltà di apprendimento dei nostri studenti derivano da blocchi emotivi
  • Non serve un sapere senza cuore. Tutti dobbiamo tendere ad un’educazione integrale di mente e cuore, di conoscenza e di empatia, prima in noi stessi e poi con gli altri

Continua Mario Polito dicendo ” Molti adolescenti spesso scivolano in situazioni pericolose, dannose illegali, perchè non sanno leggere correttamente le proprie emozioni. Non riescono a contenere l’impulsività, la bramosia di avere tutto e subito, non sono capaci di aspettare, non si impegnano a conquistarsi le cose, non sanno progettarsi una vita ricca di senso”

Anche Carl Honorè nel libro ” Genitori Slow” ci fornisce dei dati su cui riflettere

  • Le Nazioni Unite avvertono che 1 bambino su 5 soffre di disturbi psicologici
  • L’O.M.S calcola che nel 2020 le patologie mentali saranno una delle prime 5 cause di morte o invalidità tra i giovani
  • In Gran Bretagna ogni 28 minuti un adolescente tenta di suicidarsi
  • Piu’ di  400.000 adolescenti giapponesi sono diventati “Hikikomori”, cioè completi eremiti, per paura di essere sottoposti al giudizio altrui
  • Piu’ di 6.000.000 di ragazzi negli U.S.A. assumono farmaci che agiscono sull’umore e sul comportamento

Racconta poi Carl “Nel 2006 Monta Vista un competitivo liceo californiano, comincio’ a pubblicare un bollettino mensile dove gli studenti potevano esprimere i propri sentimenti in forma autonoma. Guarda caso il tema del primo numero fu “Ansia e paura” e riportando le parole di un adolescente “Ho paura di fallire. La gente mi ha sempre detto che posso fare qualunque cosa, basta che lo voglia. Quest’idea per quanto meravigliosa mi terrorizza. Mio fratello è una di quelle persone che hanno il potenziale e non o usano. Secondo me perché pensa sia meglio fingere di fregarsene piuttosto che provare e magari fallire” e di un altro “Anche io metto sempre in dubbio le mie capacità e mi arrendo prima che diventi troppo difficile perché ho paura di quello che gli altri penseranno se non ce la faccio. Ho paura di come la gente reagirà se non sono all’altezza delle sue aspettative. Non voglio vergognarmi di me stesso.”

Insomma di motivi per iniziare a fare un lavoro serio sulle emozioni dei nostri bambini ce ne sono molti ma la positività è un ingrediente fondamentale per riuscirci e io mi sono accorto che alla stregua di un telegiornale vi ho dato solo brutte notizie e allora vorrei chiudere questo articolo con una bella

“Viviamo in un mondo degenerato ….i figli non obbediscono piu’ ai genitori ed è evidente che la fine del mondo è ormai prossima”

“Oggi i bambini vengono allevati male. Non solo i genitori concedono loro ogni egoistico desiderio, ma insegnano loro anche come perseguirlo”

“Sono piuttosto frequenti oggi, i casi di genitori istruiti e con un buon lavoro che non sanno come dire NO ai propri figli e di bambini di sette anni che dettano legge in casa”

Non prendetemi per matto anche se la follia fa sicuramente parte di me, queste tre frasi sono una bellissima notizia per noi. La prima frase infatti è uno scritto ritrovato su una tavoletta assira del 2800 a.c., la seconda una citazione di  Conrad Salm nel 1530 e la terza di John Walker del 2006. Insomma qualche problemino con la gestione  dei nostri bambini ce lo abbiamo sempre avuto, la notizia fantastica è che adesso abbiamo capito di avere uno strumento incredibile a disposizione per migliorare le cose e questo strumento si chiama “Educazione Emozionale”.

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