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LA SCUOLA DEI PROGRAMMI, DELLE MATERIE, DEI BAMBINI SEDUTI AD ASCOLTARE E RIPETERE , E’ ORA DI MANDARLA IN PENSIONE

LA SCUOLA DEI PROGRAMMI, DELLE MATERIE, DEI BAMBINI SEDUTI AD ASCOLTARE E RIPETERE , E’ ORA DI MANDARLA IN PENSIONE

Queste settimane ho avuto la fortuna di intervistare diversi pedagogisti, psicologi e neuroscienziati di grande spessore . La voce è unanime, se la scuola è un luogo di apprendimento e socialità, deve trasformarsi. David Bueno, per esempio lo dice chiaramente ” in primaria l’arte, la psicomotricità e l’educazione emozionale dovrebbero essere centrali tanto quanto la matematica e le lettere ”. Il genetista dell’Università di Barcellona, autore del libro ” Neuroscienze per educatori ” , ha pochi dubbi, sappiamo come apprende il cervello, quello di cui ha bisogno per svilupparsi in maniera sana ed è bene tenerne conto . La musica, il teatro e le arti manuali sono esperienze che permettono al cervello di nutrire globalmente tutte le aree, il movimento migliora le performance della corteccia prefrontale ( la nostra cabina di regia saggia ) e non solo, l’educazione emozionale fornisce quelle competenze imprescindibili per sviluppare il potenziale cognitivo, basti pensare all’autostima o alla regolazione emotiva. E’ fondamentale secondo David non imporre dei ritmi serrati ma permettere ai bambini di distrarsi e rilassarsi. L’attenzione è una risorsa limitata che costa tanta energia al cervello ( glucosio e ossigeno ), un bambino della primaria, salvo rare eccezioni, ha un tempo di attenzione di 15 -20 minuti eùed ha bisogno di distrarsi per permettere all’apprendimento di mettere radici e per recuperare energie. A meno che, ci racconta Jesus Guillen , forse uno dei Neuroeducatori piu’ preziosi al mondo, non facciamo vivere ai bambini esperienze entusiasmanti . Quando ci accompagna questa emozione tutto il glucosio e l’ossigeno che utilizziamo lo rigeneriamo. Il cervello apprende quando facciamo, quando abbiamo un ruolo attivo nel processo, meglio se lavoriamo in gruppo . Tra le proposte didattiche piu’ funzionali ci sono le APS ( Aprendimento y servicio ) dove i ragazzi collaborano, hanno un ruolo attivo, dentro un ‘esperienza trasversale dove le discipline si abbracciano e non si isolano e con una ricaduta sociale . Un’evoluzione di quelli che il nostro Ministero chiama compiti di realtà dove l’impatto sul benessere altrui ha un ruolo determinante. Col grande Carlos Calvo Munoz, allievo di Paulo Freire, e docente dell’Università La Serena in Cile , abbiamo parlato soprattutto del ruolo del maestro . Chi insegna non deve trasferire contenuti ma stimolare domande , provocare curiosità , accendere motivazione. I bambini devono cercare autonomamente, accompagnati da adulti che non diano risposte preconfezionate . E’ fondamentale partire dal piacere ed eliminare paura o ansia dal processo educativo. Dobbiamo uscire dalle aule per incontrare il mondo. Insomma la scuola ha bisogno di un accelerata al processo di trasformazione che tanti in diverse parti stanno già alimentando . Lo possiamo fare, lo stiamo facendo e se abbiamo piu’ coraggio lo facciamo a breve.

di Paolo Mai

 

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