fbpx
ROME - ITALY
info@accademiapedagogiaviva.com

Quando arde l’amore

Quando arde l’amore

Il bello della vita. Di questo vorrei raccontare in questo blog . Se ne parla poco nonostante ce ne sia molto, eppure le belle storie smuovono gli animi e nobilitano l’essere umano. Ci raccontano il brutto in tutte le salse e alimentano le nostre debolezze. Il sentirsi fortunati perché qualcuno sta peggio, il cercare all’esterno le cause dell’inquietudine, come se la felicità vivesse lontano dai nostri cuori. No, lei è li, nei nostri pensieri, nelle nostre virtù , si nutre di amore ed è sempre a disposizione, anche se fuori piove. Concedetemi la metafora , ma da buon maestro del bosco sono fedele a certi principi :-).

Anestetizzati dal coro “tutto va male” stiamo perdendo l’attitudine a cercare e a creare bellezza.

Nun se famo fregà, ve prego!

La bellezza è ovunque, bisogna solo volerla e saperla cercare. Non si trova negli oggetti, preferisce dire Noi e considera l’io solo un pezzetto di qualcosa di immensamente più grande, è gratis, non richiede bollo e revisione e ama mostrarsi nella semplicità. In quella semplicità e verità che spesso barattiamo con la maschera che una società che cerca scorciatoie ci impone. Bisogna spesso fermarsi per notarla e questo risulta complicato se si perde l’abitudine all’attesa, se si vuole tutto e subito lanciandosi in una folle corsa che rende ciechi. I bambini che la maschera la mettono solo a carnevale sanno riconoscerla benissimo e ne dispensano in grande quantità e per questo sono ormai da tempo i miei grandi maestri.

In un altro momento vi racconterò il perchè ho riempito di errori di ortografia il nome del blog e perchè ho deciso di parlare di emozioni e felicità, ora voglio proprio raccontarvi una bellissima cosa che mi è successa.

Questo blog è nella mia testa da un anno e in rete da un paio di mesi ma solo venerdi’ ha deciso di presentarsi a voi. Venerdì non ce l’ho fatta ad assecondarlo avevo passata la notte in viaggio , sabato ci sarebbe stato il concerto di Mannarino a Roma e domenica alle 9.00  a Cesena dopo un altro viaggio in notturna. Oggi poi ha proprio insistito e nonostante la giornata intensa e stancante eccolo qua.

Venerdi’ mattina aveva bussato attraverso la faccia di Ottone uno dei bambini del bosco. Dopo qualche ora di sonno vengo dolcemente svegliato dalle risa dei bambini , sono le 9.00 e mi alzo dal letto e nonostante 4 sole ore di riposo lo faccio con un ghigno sorridente. Mi preparo il caffè e mi affaccio per gustarmelo al sole primaverile . Ottone è proprio sotto il mio balcone,mi guarda con gli occhi spalancati e il sorriso tipico di chi sta provando un’intensa gioia.” Guarda maestro, guarda che faccio !” . E’ il primo giorno quest’anno che portano la bicicletta all’asilo nel bosco. E’ un continuo viva vai di omini che sfrecciano su due ruote. Anche gli omoni sono euforici. Il maestro Luca passa felice sotto il mio balcone , a passo veloce perchè doveva portare al maestro Riccardo le bici che aveva procurato anche per loro. Ludovico, il caro vicino, anche lui affacciato ,con un improbabile pigiama e il volto sorridente per il clima festoso, dice al maestro di prendere le sue di bici.

“Maestro guarda la mia freccia rossa” mi dice un altro che sembrava essere su due ali più che su due ruote. Col sorriso stampato mi vesto e esco per rifare la tessera sanitaria smarrita. Il clima all’asilo è fantastico, piccoli e grandi sprigionano euforia da tutti i pori.

Ritorno per pranzo, ai tavoli ma musica è fantastica. A mangiare non ce l’ho fatta, risalito a casa per posare il prezioso documento il divano mi chiama e cado in un sonno profondo.

Sono di nuovo le risate a svegliarmi ma questa volta bambini e maestre sono in compagnia. Mi affaccio di nuovo sempre con una tazzina di caffè in mano e vedo che diverse mamme e papà si sono uniti alla festa, contagiati dal flusso di emozioni piacevoli che giravano nell’aria. La scuola sarebbe chiusa da mezz’ora ma cambiatasi d’abito si fa luogo di incontro e relazioni profonde per tutta la comunità, famiglie comprese.

Scendo dopo aver indossato velocemente le scarpe animato dalla frenesia di tuffarmi in quella bellezza. Qualcuno chiacchiera di qua, qualcun altro di la, i pargoli svolazzano gioiosi in diverse occupazioni. Due mamme da punti diversi osservano incantate quella felice vitalità. Un papà legge una favola a un gruppetto di bambini, un altro coccola in un tenero abbraccio il figlio svegliatosi dal sonnellino col mal di pancia. Io, contagiato dalla visita di 50 tra studentesse e docenti dell’università di Nanchino (Cina) qualche giorno prima all’asilo nel bosco, non riesco a smettere di fare foto poi ritornato in me mi gusto la scena tra qualche abbraccio dei bambini e molte pacche sulla spalla dei genitori.

Mi sento felice, la scuola che ho sempre sognato adesso è realtà. Ho sempre pensato che l’educazione fosse qualcosa di tremendamente importante. Col crescere mi accorgevo della differenza tra chi da bambino è stato amato e chi trascurato. Sono questi ultimi i forieri di guerra. Chi non è stato amato difficilmente impara ad amare e la missione del maestro e del padre o della madre è di fondamentale importanza per la società e richiede grande responsabilità. Venerdì ho visto ma sopratutto ho sentito una scuola meravigliosa, fatta da gente semplice, umile e appassionata. Una scuola che è una casa per i bambini e per le famiglie. Un luogo dove i bambini ,che si sentono amati e ascoltati, svolazzano felici e vitali da un’esperienza all’altra. Un luogo che le famiglie cominciano a sentire proprio e di cui si prendono sempre piu’ cura. Un luogo di vita, di bellezza e di amore.

Ma come vi dicevo venerdi non ce l’ho fatta proprio ad accendere il pc e condividere le forti emozioni nonostante i diversi propositi di farlo.

Sabato una bella giornata con Alma, Wilma,  Pepe e Gio’ e la sera concerto di Mannarino. Anche dopo il concerto la tentazione di scrivere era forte, la poesia ancora una volta mi aveva mostrato la sua bellezza attraverso glio occhi gioiosi dei miei figli, i sorrisi della mia meravigliosa compagna, le parole di Mannarino e gli occhi “lacrimosi” del pubblico. Ma la sveglia due ore dopo mi ha fatto ancora desistere.

Ieri un corso bellissimo a Savignano sul Rubicone, emozioni forti gente viva e abbracci sinceri e profondi. Al termine del corso volo a Rimini, dove Grazia e la sua bella squadra che stanno aprendo un asilo nel bosco mi aspettano per una cena. Mi accolgono gentili ed emozionate e la cena, bagnata da una bottiglia di rosso, scorre piacevolmente. La notte dormo profondamente e mi alzo con una grande voglia di riabbracciare la famiglia. Salgo in macchina e subito doccia fredda. Accendo il telefono e vedo la chiamata di un papà. Rispondo e mi arriva la notizia che c’era stato  nella notte un incendio all’asilo nel bosco. Tutti stanno bene ma la notizia mi scuote. In questo periodo della mia vita c’è qualcuno che non mi vuole bene. Ho imparato a dire no e questo non ha fatto piacere a tutti. Subito la tristezza lascia il posto alla rabbia. Sarà stato sicuramente Tizio. Anzi no Caio. Medito vendette, faccio congetture poi mi guardo allo specchietto della macchina e scoppio a ridere. Ho pensato a lui, uno dei maestri che piu’ ho amato: Eduardo Galeano. Il maestro in uno delle sue piccole ma immense storie narrava le gesta del derubato che accortosi della sparizione della sua ascia intravedeva nel vicino antipatico la classica faccia del ladro d’asce. Meditando anch’egli vendette, accecato dall’ira cammina nervosamente nel giardino fino a che il suo ginocchio non urta un oggetto: la sua ascia. Cosi’ cambia magicamente l’aspetto del vicino che si fa amabile nonostante l’antipatia pregressa.

La chat esplode e cosi’ mi tuffo nella lettura di centinaia di messaggi. E per l’ennesima volta ormai ,l’universo mi mostra dietro ad una situazione poco piacevole un immenso tesoro. Le famiglie ci sono vicine, offrono sostegno, si organizzano pianificano i la lavori di risistemazione. Gli amici sono sempre là come sempre e mi rincuorano.

La rabbia vola via, i pensieri brutti si dissolvono e lasciano il posto alla bellezza. Alla bellezza di persone che prediligono la fiducia alla diffidenza, persone che sanno amare libere da un ottuso individualismo. Persone che si sporcano le mani e che con quelle mani sporche, ma di bellezza, amano abbracciarsi, anche quando fuori piove o magari c’è il fuoco.

Cercatela la bellezza mi raccomando, ma usate gli occhi del cuore, altrimenti non vi si mostrerà!

Non vedo l’ora che sia domani!

Nessun commento

Aggiungi il tuo commento