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Quando e perchè nacque la scuola che conosciamo

Quando e perchè nacque la scuola che conosciamo

Uno degli incontri che più mi ha insegnato è stato col documentario “La educacion prohibida *”. Anzi diciamolo chiaramente , quel racconto, cooprodotto da 486 persone, e sbocciato in Argentina, m’ha letteralmente sconquassato il cuore. Ancora oggi a distanza di diversi anni continuo a farmi domande su quel che ho visto in quella pellicola. L’apprendimento è proprio questo secondo me: acquisire conoscenze e competenze che immediatamente fanno germogliare altre domande. Non si finisce mai di apprendere come non si finisce mai di capire la meravigliosa magia della vita. Da quel documentario ho appreso proprio molto e ho scoperto una cosa che non sapevo, che magari intuivo e che mi diede una grande energia ne seguire il mio sogno. Fu grazie alle parole di Rafel Gonzalez Heck, maestro del “Colegio Rudolph Steiner” in Cile che scoprii come nacque “La scuola, pubblica,gratuita e obbligatoria”. Non esisteva ad Atene dove le “Accademie” come quella platonica, erano si, destinate a stimolare apprendimento ma vi aveva accesso una parte minima della popolazione. L’istruzione obbligatoria era solo per i figli degli schiavi. A Sparta la scuola era in realtà una rigida preparazione alla vita militare e ne sono chiara dimostrazione le pene corporali inflitte a chi non eseguiva gli ordini. A Roma esisteva la figura dell’aio, il precettore dei  figli dei patrizi che di certo non si occupa della maggior parte della gente che era plebea. Nel medioevo ad occuparsi di educazione ,almeno nel mondo cristiano,vi erano gli ordini ecclesiastici , in particolare i gesuiti. Anche loro non prestavano il proprio talento e i propri insegnamenti a tutta la popolazione ma immagino non fosse gratuito ( perdonate se vi lascio con questo dubbio sulla gratuità , ma se ve dico tutto io ve impedisco il piacere della ricerca).

Fu nel 1760 che l’essere umano inventò “La scuola, pubblica, gratuita e obbligatoria “. Fu in un periodo chiamato “Dispotismo illuminato” che il re di Prussia la creo’ con l’intento di bloccare il diffondersi di quei principi di libertà, uguaglianza e fraternità che già si  stavano diffondendo in Europa . Per far si che quegli ideali , che qualche anno dopo animarono la rivoluzione Francese, non entrassero in profondità nell’animo dei prussiani, diede loro  solo un’apparenza di essi. La struttura della scuola prussiana , sul modello di quello spartano, fomentava la disciplina, l’obbedienza e il regime autoritario. Il fine dei governanti di Prussia  e di Sparta era il medesimo: preparare i cittadini alla guerra, formare soldati. Questo tipo di scuola che si basava su un rigido sistema di classi e caste  e che era così efficace nel creare un popolo docile e obbediente ebbe molto successo tra i monarchi europei tanto che Caterina  La Grande di Russia invitò il celebre enciclopedista Diderot proprio con l’intento di adattare questo modello  e renderlo ancora più funzionale . Il modello si diffuse rapidamente e attraversò l’Oceano per sbarcare in America. Napoleone che era acerrimo nemico di questi despoti illuminati si guardò  bene  dal modificare tale struttura manifestando il suo chiaro intento di formare un corpo docente in grado di tenere sotto controllo l’opinine pubblica francese. Napoleone confessò esplicitamente quello che sia prima di lui che dopo di lui si manifestò come un’evidente certezza: la scuola è sempre stata un formidabile strumento in mano a chi detiene il potere per mantenere lo status quo. Guarda caso anche i grandi industriali che presero il potere poi in Europa e negli Stati Uniti non vi posero mano. La scuola rimaneva un posto dove i bambini erano suddivisi per gruppi rigidi, dove vi era  un adulto posto in alto a dettare regole e nozioni, dove si proponeva una parcellizzazione delle conoscenze con la suddivisione in materie ( proprio come il modello delle catene di montaggio ), dove i ritmi erano scanditi immodificabilmente dal suono della campanella e che  di certo non aveva come finalità principale quella di prendersi cura del benessere di coloro che la frequentavano. La scuola pubblica era in quel periodo finanziata da persone che non possono certo essere considerati dei filantropi: Henry Ford, J.p. Morgan,  John  Rockfeller .

Sobbalzai quando nell’entrare nel liceo artistico di Faenza per tenere un seminario organizzato dal Festival della Comunità Educante trovai scritto sul frontone che introduceva alle zona delle un ringraziamento pomposo alla famiglia Rockfeller . Andre’ Simon educatrice dell’istituto “Ayrton Senna” ci racconta nel documentario “Quando sinto que ja sei “, anche questo un incontro molto importante per me, che se un chirurgo del IXX sec. entrasse in una sala operatoria del XXI secolo non saprebbe dove mettere le mani mentre una maestra del IXX secolo si troverebbe a suo agio in un’aula dei nostri giorni. Troverebbe infatti una lavagna, una cattedra, tante sedie e tavoli e poco spazio per i bisogni dei bambini. Insomma la scuola da quando è nata sembra essere effettivamente cambiata poco e il suo fine principale sembra sempre essere lo stesso, quello di coloro che sono al potere. Ora lascio a voi uno spazio di ricerca e riflessione su chi sia oggi al potere e  su quali possano essere le sue finalità  e mi piace chiudere questo capitolo con un invito “Nun se famo fregà” e con le parole di John Stuart Mill che ben indicano dove sia il sentiero che porta all’evoluzione delle comunità umane e il ruolo fondamentale che l’educazione gioca in questa partita “ Il valore di uno Stato è il valore degli uomini che lo compongono. Uno Stato che rimpicciolisce  i suoi uomini perché possano essere strumenti più docili nelle sue mani, anche se con fini benefici, scoprirà ben presto che con dei piccoli uomini non si possono compiere cose veramente grandi”

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