fbpx
ROME - ITALY
info@accademiapedagogiaviva.com

Per essere felici bisogna avere coraggio

Per essere felici bisogna avere coraggio

Essere felici, qui ed ora !

E’ forse questo l’obiettivo principale dell’Asilo nel Bosco, della Piccola Polis e forse di tutti noi.

La felicità non significa ridere sempre, nutrirsi di sole gioie perchè nella vita di tutti noi il dolore , le frustrazioni e le delusioni sono presenti e non puo’ essere altrimenti.

Per questo mi piace spesso descrivere la felicità come quella serenità d’animo , quella forza interiore che ci mantiene saldi nelle tempeste e ci permette di viaggiare a testa alta in qualsivoglia situazione.

Una ricerca di Harvard partita quasi 100 anni fa e condotta attualmente da Robert Waldinger ( ne trovate una sua presentazione su ted.com) ci dice chiaramente che l’ingrediente fondamentale per la felicità sono le relazioni sociali.

Qualche giorno prima di Harvard, tale Erodoto in Creso e Solone scrisse “Allo stesso modo non c’è essere umano che sia sufficiente a se stesso: …”

Un suo paesano tale Epicuro affermava “Di tutte le cose che la sapienza procura in vista della vita felice, il bene più grande è l’acquisto dell’amicizia.”

Direi che possiamo prendere per buono cio’ che scienza e filosofia affermano e domandarci quali strategie e quale atteggiamento siano auspicabili all’interno della scuola ai fini della felicità dei bambini e delle bambine.

Possiamo educare alla felicità attraverso il gioco , stimolando attività cooperative ma sopratutto attraverso l’esempio, mostrando le virtu’ e la bellezza di relazioni basate sulla fiducia e sull’amore.

Pare facile !

Viviamo in una società basata sulla paura e sulla diffidenza e abbattere i muri della consuetudine non è facile e sicuramente richiede molto coraggio.

Ci vuole coraggio per noi animali sociali andare contro l’opinione del nostro clan. Questa tensione a cercare sentieri e opinioni condivise  è tanto lecita e naturale quanto potenzialmente fuorviante.

Insomma nun se famo fregà !

Non sempre ciò che è consolidato nelle comunità è la scelta saggia sopratutto se è stata la paura a consigliarla. La signora paura è un’ottima alleata poichè attiva in noi energie che non pensavamo di avere e ci fa stare concentrati e attenti ma non è un’ottima consigliera.

Ed è propria la paura che dobbiamo accantonare per costruire relazioni sociali virtuose e benefiche. Lei , la signora fiducia, col suo fare discreto , è li che attende il suo momento e lui il signor coraggio si candida il ponte per attuare lo scambio di ruoli.

Siamo inondati dalla paura, i telegiornali raccontano quasi esclusivamente di cose orribili , la politica instilla terrore per promuovere le sue leggi e noi cadiamo nella trappola rinchiudendoci nella nostre belle case-prigioni e nascosti dentro di esse ci nutriamo delle sciagure altrui. Il vicino è un nemico, il collega un rivale e chi ci vende qualcosa uno che vuole fregarci. La scuola non è estranea a questo quadro e cosi’ le famiglie sono spesso giudicate dagli insegnanti inadeguate e le maestre sono viste spesso dalle mamme come poco competenti. I dirigenti sono nemici ad entrambi e  e tra colleghe vige spesso la competizione come unico filo che lega le persone.

L’esempio che diamo ai pargoli non è certo edificante e sicuramente poco funzionale al nostro orizzonte di felicità.

E allora coraggio !

Proviamo ad abbracciare quello che ci pare un nemico. Chiediamoci cosa sente, cosa pensa, come sta ! Abbiamo il coraggio di perdonare e costruire qualcosa di bello.

Io faccio il maestro e ovviamente mi sono imbattuto in molte famiglie di cui capivo poco le scelte e con cui condividevo pochi principi. Tutte le volte che mi sono contrapposto a loro non ne ho cavato niente di buono, per me, per i bambini e per le famiglie. Quando ho cominciato ad ascoltarle, quando ho smesso di giudicarle le cose sono andate meglio.

Le distanze si sono accorciate e in questo quadro è stato più facile vedere come dietro il comportamento sbagliato delle persone ci siano delle sofferenze che faticano a superare. Sofferenze legate ad un’infanzia con cui è difficile fare i conti, sofferenze per una vita che non piace loro, sofferenze che reclamano cura e non giudizi.

Allora ho cominciato a chiedermi come poter lenire queste sofferenze anzichè combattere le persone che ne erano le portatrici. C’è bisogno di comunicare con loro e la comunicazione è piu’ efficace se c’è una relazione.

E cosi’ è un po’ di tempo che prestiamo particolare cura alle relazioni e i risultati sono stupefacenti.

Ci vuole coraggio ad abbattere i muri del pregiudizio e della diffidenza e ci vuole coraggio per scegliere la fiducia nell’altro come compagna di viaggio.

All’Asillo nel Bosco e in Piccola Polis sta accadendo questo ed è una meraviglia che voglio proprio raccontarvi cominciando dall’ultima puntata.

Giovedi’ abbiamo fatto la riunione con i nuovi iscritti e ho visto e sentito cose di una bellezza indescrivibile. Ad accogliere le nuove famiglie c’erano un nutrito gruppo di genitori veterani e già questo basterebbe a certificare le virtu’ di questo approccio alle relazioni. Immagino che i nuovi si siano sentiti accolti e i vecchi orgogliosi e felici di averlo fatto.

Insieme abbiamo costruito un contenitore dove custodire le aspettative di tutti noi riguardo alla scuola. Le parole messe in questo scrigno sono state: amore, ascolto, talento, socialità, connessione, emozioni, autostima e tante altre di uguale ricchezza.

Ci siamo sentiti membri di una stessa famiglia , con medesimi principi e uguale energia nel volerli applicare.

Questa affinità colorata da sinceri abbracci, da sguardi amorevoli e da brividini vari sparsi ovunque sono certo sarà un’energia poderosa che renderà il viaggio entusiasmante.

Siamo arrivati a questo dopo varie tappe che ci hanno fatto crescere.

In primis la decisione di trasformarci in associazione, in una di quelle vere, dove l’opinione di tutti è ascoltata e dove si decide insieme. Le famiglie si sono sentite investite da una grande gioia e da una grandissima responsabilità. Le mamme e i papà hanno sentito ancora meglio che fare bella quella casa comune sarebbe stato un grande privilegio per i propri figli e per loro stessi. Noi maestri e maestre abbiamo aperto tutte le porte innanzitutto quelle del nostro cuore e li abbiamo accolti con sincerità e umanità. Subito la percezione di stare attraversando un’esperienza unica e arricchente si è fatta chiara.

Insieme abbiamo superato diverse difficoltà: la scissione del gruppo di lavoro ad inizio anno, la chiusura del nostro nido il 28 dicembre e l’incendio di Aprile con annesso trasloco , il goffo tentativo dei detrattori di trarre privilegio dalle nostre sofferenze, il tradimento di chi a parole si sentiva parte di una comunità e che nei fatti ha fatto solo l’egoistico calcolo delle convenienze e delle utilità immediate, e tanto altro.

Queste difficoltà ci hanno reso piu’ forti e  hanno fatto benefiche pulizie allontanando qualcuno che nutriva  questo sogno solo a fini egoistici, e questi travagli hanno fatto esattamente quello che fanno le tempeste nei boschi con gli alberi che hanno fatto il loro tempo e che poco hanno da dare all’ecosistema, al tutto

La scuola è divenuta la casa di molta gente e tutti ne hanno cura, i bambini beneficiano di questo stato di cose.

Ora viviamo un momento di intensa gioia e ci piace celebrarlo spesso insieme.

Godiamo della bellezza di relazioni amorevoli e questo è l’esempio che amiamo dare ai nostri piccoli.

continua…….

ma sopratutto grazie a tutti gli attori e le attrici di questa bellissima storia

Nessun commento

Aggiungi il tuo commento