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Spogliamoci! Ce lo chiedono i bambini

Spogliamoci! Ce lo chiedono i bambini

E’ proprio difficile stargli dietro . Ma è proprio quel che credo sia giusto fare. In fondo la scuola è o meglio credo debba essere la loro casa. Un luogo dove un bambino possa autorealizzarsi, dove essere felice insieme agli altri dove apprendere ciò che gli è  utile per la vita, oggi  e siamo fiduciosi anche domani.

Credo sinceramente che nessuno meglio di un bambino possa conoscere il sentiero che conduce a questi obiettivi e penso che noi adulti dovremmo proprio fare un passetto indietro. Lasciargli spazio, dare loro realmente fiducia, correre il rischio di rinunciare alle nostre certezze e solo lasciarsi guidare.

Spesso noi maestri arriviamo a scuola con le idee molto chiare su ciò che accadrà nella giornata e come e quando i bambini faranno determinate esperienze. E certe volte portiamo anche pretese assurde. Come aspettarci che tutti imparino nel medesimo momento la stessa cosa, che tutti apprendano attraverso un unico linguaggio e allo stesso ritmo. E questo mi pare assurdo perchè non c’è persona, mamma o pedagogista, maestro o capo scout, che non si accorga che non c’è un bambino uguale all’altro. Se ne è accorto pure il ministero seppur un po’ pigro quando nelle indicazioni nazionali per il curricolo ribadisce più e più volte che essi sono UNICI E IRRIPETIBILI. 

Ma ci sarà un motivo per cui tante persone seppur appassionate insistono a percorrere sentieri che vanno nella direzione sbagliata. Saremo mica tutti scemi ? Credo sinceramente di no e nutro molta fiducia che si possa invertire rotta. In fondo la soluzione è non troppo difficile e a portata di mano .

Basta spogliarsi .

Spogliarsi da alcune convinzioni sinceramente discutibili:

che il maestro sa e il bambino deve ancora sapere,

che il maestro sa e non può non sapere,

che il maestro guida e il bambino segue,

che imparare richiede una grande fatica

e che se tutti fanno così ci sara pure un valido motivo.

Spogliarsi anche da aspettative troppo ingombranti, dall’ingombro del proprio ego, dal giudizio degli altri e dalla paura di cambiare.

Entrate a scuola nudi maestri miei e sedetevi a guardarli. Fatevi ogni mattina la domanda ” A che serve la scuola ? “. Chiedete loro ogni giorno come si sentono e fatevi guidare. Abbiate fiducia nella forza delle buone intenzioni, nella magia che non vogliamo vedere accecati dal dominio assoluto della ragione che pretende di misurare e incasellare ciò che misurare e incasellare non si può. Scappate dalle certezze e vi si spalancheranno gli occhi e il cuore.

Non sono mai stato nudo come quest’anno e lo spettacolo che vedo è di una meraviglia difficilmente spiegabile a parole. Quello che vedo ogni giorno e l’energia che i bambini sprigionano quando hanno spazio, del potenziale che esprimono quando si sentono accettati  e valorizzati. Ci stanno insegnando che quando parliamo il loro linguaggio e sappiamo rispettare il loro ritmo sprigionano tutta la loro bellezza.

Ho smesso di pretendere che mi seguano e mi godi la meraviglia dell’essere condotto.

CI stanno insegnando che a loro piace giocare e giocando e godendo si impara meglio.

Ci stanno mostrando che un pianoforte puo’ insegnare la matematica e un orto la geometria, che un calendario cinese puo’ portarti in compagnia di Horus su Marte e che Fedez ti puo’ portare da Dante.

Ci chiedono una storia da scrivere con le loro mani, un mondo da scoprire con i loro occhi e di conoscerla ‘sta vita vivendola e non sentendosela raccontare.

Le materie non servono, ci dicono loro, la vita è un abbraccio continuo di molte discipline e arti e seguendo un gambero puoi scoprire la meraviglia di un ecosistema.

E’ meraviglioso vederli danzare il corsivo (https://www.youtube.com/watch?v=wSrKCvLmTZ4), fare le addizioni attraverso una partita a scopa  , innamorarsi della scrittura attraverso un blog, scoprire la poesia del loro corpo su un trapezio e conoscere gli egizi solo quando è il momento.

Solo così gli sguardi si faranno assorti, la memoria si attiverà e scoprire ed  imparare tornerà ad essere la cosa più bella per qualsiasi essere umano .

Tocca stacce  ! google earth vale cento libri e pesa di meno ma sopratutto parla la loro lingua, una lingua meravigliosa da ascoltare

E’ forse difficile spogliarsi ma l’ardore con cui ce lo chiedono di sicuro non ci farà patire il freddo.

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