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NON ESISTONO BAMBINI CHE AMANO DISTURBARE GLI ALTRI. NON CHIAMATELI BAMBINI DIFFICILI

NON ESISTONO BAMBINI CHE AMANO DISTURBARE GLI ALTRI. NON CHIAMATELI BAMBINI DIFFICILI

Li chiamiamo spesso cosi’ perchè il loro comportamento ci costringe ad una grande fatica. Spesso pero’ tale fatica deriva dal fatto che non riusciamo ad individuare cio’ che da’ origine a certi comportamenti che rendono complicata la nostra giornata. In realtà questi bambini sono un dono prezioso perchè ci permettono di soffermarci su una questione veramente importante in educazione e allora a me piace chiamarli ”bambini preziosi”

È naturale per tutti noi cercare l’attenzione degli altri. Abbiamo sempre bisogno di attenzioni soprattutto quando siamo bambini ( in quel momento gettiamo le basi della nsotra identità) quando abbiamo qualcosa di importante da dire o da mostrare. Ora un bambino ha diverse modalità per richiederle. Inizia semplice mostrando le sue conquiste, le sue virtu’ e tutto fila liscio se noi siamo presenti, cosa che lui subito prova a verificare soprattutto attraverso lo sguardo. Lo fanno subito, quando si rotolano per la prima volta, quando cominciano a gattonare o a camminare, la prima cosa che fanno è cercare il nostro sguardo per condividere il momento e la conquista preziosa. La nostra presenza costituisce una coccola emotiva fondamentale per il suo nutrimento emozionale e relazionale. Se invece la nostra presenza non viene rilevata perchè rispondiamo con indifferenza o disattenzione allora cambiano modalità. Quante volte abbiamo pensato dinanzi ad un bambino chiassoso: “Sta solo chiedendo attenzioni” ? Ed è molto spesso così, se non hanno ricevuto attenzioni con la prima modalità cambiano strategia. Questa premessa ci indica forse quale sia la strada da seguire di fronte a tali comportamenti chiassosi che spesso recano disturbo a noi e ai compagni. Dare troppe attenzioni in questo momento è funzionale ? Partire con un”pippone”, con un lungo sermone in cui spieghiamo, con dolcezza o rabbia, che non è un comportamento adeguato è utile ? Il bambino cessa di utilizzare quella modalità ?

Assolutamente no. La perpetua perchè per lui le attenzioni sono ossigeno.

Probabilmente l’intervento corretto è intervenire per bloccare il comportamento ma non soffermarsi troppo e lavorare in tutti gli altri momenti per disincentivare tale modalità. Come ? Dandogli maggiori attenzioni negli altri momenti, rinforzando positivamente i comportamenti virtuosi del bambino e capire che è fondamentale per un bambino essere riconosciuto e amato incondizionatamente. E’ richiesto un lavoro specifico nella costruzione della relazione, si chiama alleanza temporale, che abbia lo scopo di colmare il gap precedente e comunicare al bambino la nostra presenza e la nostra accettazione incondizionata del suo essere. Loro come tutti noi costruiscono la loro identità grazie agli altri, Galimberti ama dire, a ragione secondo me, che ”’l’identità è un dono sociale ” e risulta quindi fondamentale la nostra presenza e partecipazione nelle innumerevoli conquiste , vere e proprie rivoluzioni, che accadono nei primi anni di vita, in una misura sfacciatamente maggiore che in qualsiasi altra fase della vita. Ancora una volta il buon genitore e il buon maestro devono comportarsi come il buon contadino e capire che l’umiltà nel preparare il terreno, l’amore per le piante, l’osservazione e la cura quotidiana sono l’unica strada per raccogliere frutti saporiti.

di Paolo Mai

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