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Una martellata può salvare un bambino

Una martellata può salvare un bambino

Raramente in questi 18 anni da maestro mi era capitato di vedere una scena del genere. Oggi, nonostante il poster di Stakanov appeso sul mio letto, ho deciso di prendermi un giorno di riposo. Mi sento un po’ esaurito e la maggiorparte delle persone mi sta antipatica. Vedo tutto nero, maltratto chi mi vuole bene e penso che l’essere umano sia incorreggibile.

I segnali sono chiari e allora decido di restarmene a casa con l’unico programma di non avere programmi.

Mi sveglio, vado a fare colazione in paese e mi soffermo ad osservare i movimenti accelerati e seri delle persone alle 8 di mattina. Penso che siamo tutti un po’ scemi e torno a casa.

Sistemo la legna , rispondo a qualche mail e mi metto a scrivere gli ultimi capitoli del libro.

Ad un certo punto nonostante la concentrazione e la bellezza dello scrivere che da tutto mi distoglie sento una musica che proviene dal piano di sotto dove i bambini della Piccola Polis stanno facendo il primo giorno del laboratorio di falegnameria col mitico maestro Simone.

Nessuna voce, nessuna risata solo una musica che si ripete a ritmi alterni e incessanti.

Bum, bum, bum, bum……

Mi affaccio e vedo 20 bambini  col martello in mano, capo chino , presissimi dall’attività.

Non resisto e scendo.

La scena che mi si presenta davanti è di una bellezza sconvolgente.

Qualche bambino è intorno a Simone a chiedere aiuto per mettere dei chiodi che proprio non vogliono entrare. Lui paziente e sorridente parla con tutti. Gli altri sono sfacciatamente in uno stato di flusso.

Il flusso è quello stato in cui esprimiamo al massimo le nostre potenzialità, in cui cio’ che facciamo ci riesce sempre bene. Siamo concentrati, totalmente assorti dalla nostra attività, scompare la dimensione temporale e quella spaziale perchè diventiamo tutt’uno con quello che stiamo facendo e voliamo in una dimensione magica. Nel flusso proviamo un intenso godimento nel fare e per raggiungere questo stato è necessario svolgere un’attività che desideriamo e che ci appassiona, se poi questa corrisponde ad un nostro talento , la magia permea di sè il mondo tutto. E’ nel flusso Ludovico Einaudi quando suona, Botero quando dipinge, Maradona quando vede qualcosa di sferico e comincia ad accarezzarlo.

Giovanni è intento a costruire una cadillac con gli scarti del falegname e lui solitamente molto loquace tace assorto nella realizzazione della sua idea. Pepe progetta un aereo che ha delle ali troppo fragili e che si trasforma in carroarmato.

Wilma , Olivia ed Alma costruiscono una casa e si interrogano su come inserire una porta. Simone, Adriano e Alessandro sperimentano l’avvitatore mentre Jacopo accarezza col martello un chiodo che non vorrebbe per nessun motivo deformato. Daniela è cosi’ presa che l’accarezzo e si gratta la testa come fosse passata di li una mosca. Helena scopre una nuova impugnatura forse quella giusta .

Gioele e Samuele ridono per la confidenza presa col martello, Leon cerca equllibri mentre Emma , Kalinda , Rebecca, Elian e Cloe semplicemente martellano. Edoardo il piu’ piccolo mi guarda e mi dice “Lo sai perchè martello cosi’ bene, perchè me lo fa fare mio nonno ” .

intanto Daniele si prende le attenzioni delle altre maestre e le aiuta a taglaire le lettere dell’alfabeto mentre Rebecca e Sofia dalla panchina chiacchierando si gustano la scena.

Il laboratorio dura due ore( ne avevamo prevista una scarsa) e i bambini non si accorgono che sono le 13 e che è ora di apparecchiare. Con un po’ di fatica li convinciamo a riporre i materiale e molti mi si fanno incontro per mostrarmi la propria creazione. Sono emozionati, felici e con l’autostima al massimo.

E allora ripenso a quanto semo scemi, a quanto corriamo senza farci domande e a come trattiamo i bambini.

Vorremmo il meglio per loro ma non abbiamo il coraggio di dar loro fiducia. L’iperprotezione di cui li circondiamo è una gabbia dove il corpo forse si salva ma dove l’anima sicuramente viene trascurata. Non abbiamo il coraggio di rischiare, di andare oltre, come direbbe Neruda “almeno una volta ai consigli sensati”.

Oggi nel dare i martelli ai bambini abbiamo ascoltato un loro interesse vista la passione con cui queste due prime settimane si sono impegnati in lavori con gli scarti del falegname Tonino ma sopratutto abbiamo detto loro “Ce la potete fa’ ! “.

Loro la fiducia se la meritano e sanno farne buon uso. Non hanno pensato neanche un momento a usare quei martelli in modo improprio, sono stati cauti e competenti. In quelle due ore non ho visto neanche una volta discutersi i materiali o litigare e questo ha rinvigorito in me una convinzione profonda “La guerra la fanno coloro che soffrono non certo coloro che sono felici “. Nessuno sbadiglio o facce annoiate, ma sguardi assorti, mani laboriose e emozioni che riempivano l’aria. Durante il laboratorio abbiamo misurato, contato, cercato soluzioni, ci siamo fatti domande sulle navi greche e abbiamo conosciuto le diverse proprietà del legno proveniente da alberi di diversa specie. Insomma pure la ministra sarebbe orgogliosa di noi , perchè i bambi hanno appreso tante cose in diverse aree di sviluppo della conoscenza e della competenza. Probabilmente ci avrebbe dato una faccina sorridente o un bel 9.

Il pensiero mi è andato a quegli sfortunati bambini che non hanno maestri coraggiosi e che danno loro fiducia. Maestri che non corrono il rischio di vivere, di fare quel che è giusto privilegiando invece quel che fan tutti.

Oggi ho respirato l’aria di una scuola fatta per bambini, esseri speciali che non reclamano altro che fiducia e amore incondizionato.

Vado a letto ora e rido perchè un sogno che avevo si sta realizzando e un altro sogno si affaccia nitidamente. Sogno martelli in tutte le scuole e sento che la strada e la musica sono quelle giuste , bum, bum, bum, bum………

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